PREMESSA
In
questa sezione presentiamo la struttura, l’organizzazione e la pianificazione
delle attività relative a un corso di Arteterapia per donne vittime di
violenza, nonché la definizione di obiettivi di apprendimento,
contenuti, metodi e materiale didattico.
Coloro
che vogliono utilizzare la nostra proposta possono adottarla in toto o
adattarla al proprio contesto e ai propri scopi.
Progettisti
ed educatori potranno scaricare Curriculum e Linee Guida messe a punto
durante l’implementazione del progetto che costituiscono i principali strumenti
metodologici realizzati dal nostro Research Team. È altresì disponibile un’apposita
Ricerca
realizzata propedeuticamente alla produzione di tali strumenti.
Se vuoi strutturare una tua attività formativa specifica a
partire dalla base offerta scarica qui il file che illustra tutti i tool
della piattaforma che puoi utilizzare secondo le tue necessità.
INTRODUZIONE
Il Work Package 3 “Art Therapy Centered Services” del progetto DEEP ACTS ha fra i suoi obiettivi specifici quello di sistematizzare e diffondere strumenti e metodi specifici per interventi terapeutici rivolti a vittime di violenza basati sull’Arteterapia.
Si è deciso di raggiungere tale finalità mettendo a punto un Curriculum e delle linee guida da applicare in uno specifico corso pilota che servisse a testare i materiali metodologici realizzati per poi passare a una loro revisione e validazione finale.
Con il termine Curriculum si intende un “Elenco delle attività intraprese per strutturare, organizzare e progettare l’intervento di formazione, comprendente la definizione degli obiettivi dell’apprendimento, i contenuti, i metodi e i materiali didattici, comprensivo delle linee direttrici per la formazione di insegnanti e formatori” (Cedefop, Terminologia della politica europea dell’istruzione e della formazione. Lussemburgo, Publications office of the European Union, 2014).
La strutturazione del presente documento intende rispondere alle indicazioni date dal Cedefop - Centro europeo per lo sviluppo della formazione professionale che è il centro di riferimento dell'Unione europea per l'istruzione e la formazione professionale. Esso fornisce informazioni e analisi sui sistemi, sulle politiche, sulla ricerca e sulla prassi legata all'istruzione e formazione professionale.
Piuttosto che offrire un freddo prodotto metodologico, al fine di rendere questo deliverable più vivo abbiamo deciso di riportare il piano di studi impostato specificamente per il Corso pilota DEEP ACTS organizzato e gestito da Fermata d’Autobus, capofila del progetto, in quanto crediamo che sia così possibile leggere il Curriculum alla luce delle sue prospettive di applicazione. Siamo certi che chi vorrà utilizzare la nostra proposta potrà così comprenderla più compiutamente, in modo da adattarla al meglio al proprio contesto e alle proprie finalità.
1 - LA STRUTTURA E LE SUE FUNZIONI
Nello strutturare interventi di gruppo in Arteterapia e in Foto-arteterapia all’interno di un “Open Studio” è necessario partire dal luogo e dallo spazio in cui esso si svolge, ovvero “l’Atelier”.
Oltre alla descrizione di come si struttura il lavoro in condizioni normali, verranno specificate alcune modifiche conseguenti alle limitazioni dovute allo stato di emergenza sanitaria conseguente al COVID-19.
Requisiti di base dell’Atelier:
Numero di pazienti.
Per queste tipologie di gruppo si può lavorare in uno spazio con dodici pazienti, anche se generalmente per un miglior lavoro clinico e organizzativo è consigliabile non superare il limite massimo di otto partecipanti. A seguito della pandemia, è necessario garantire un minimo di 1 metro e mezzo di distanza di sicurezza tra tutti i partecipanti e l’arteterapeuta. Nel nostro caso, previa valutazione della dimensione dello spazio disponibile, i laboratori quindi non possono contenere più di cinque pazienti, l’arteterapeuta e un eventuale tirocinante.
Bagno.
Deve essere dotato di servizi e di un lavandino per l’acqua corrente. Al suo interno sono necessari un dispenser di sapone, un rotolo di carta, una pattumiera, un cestello con strofinacci e spugne per lavare i materiali artistici. In condizioni Covid19 è necessaria la presenza di un operatore che garantisca l’attuazione e il rispetto di tutte le norme igienico sanitarie richieste (uso della mascherina, misurazione della temperatura corporea, sanificazione dei materiali artistici utilizzati).
Luminosità e colore.
È richiesto un luogo che abbia una buona luminosità. La luce naturale è importante come quella artificiale preferendo i toni caldi, CURRICULUM PER LABORATORI PILOTA DI ARTETERAPIA 3 possibilmente regolabile per creare atmosfere diverse in base ai diversi momenti di lavoro proposto: tempo di lavoro, ascolto di musica, presentazione, relax, pausa, condivisione del lavoro in gruppo. È importante scegliere con cura il colore delle pareti dell’Atelier valutando quale tono di colore è preferibile anche rispetto al clima geografico presente in una determinata zona. In generale, comunque, sono indicati colori uniformi dalle tinte tenui a media gradazione. Indispensabile la presenza di una parete pannellata, che possa consentire di disegnare, dipingere, creare in piedi e che dia la possibilità di esporre le proprie creazioni durante la condivisione di gruppo.
Arredo dell’Atelier.
La componente essenziale dell’arredo è la presenza di un grande tavolo, in base alle modalità di intervento dell’arteterapeuta.
Il tavolo o plancia in legno è indicato per 8, 10 pazienti massimo, distribuiti in maniera equilibrata su entrambi i lati.
Questo tavolo va studiato e creato in un formato specifico affinché ogni partecipante possa lavorare su un foglio creativo di dimensioni 70X100, ottimale per tutte le tecniche (nello specifico per la pittura e per il collage).
Questa disposizione favorisce l’unione di gruppo e la coesione, rafforzando le relazioni tra i pazienti. Inoltre, è importante la presenza di tavoli singoli che aiutino i partecipanti a creare in autonomia, fornendo un maggiore confine, un margine, un limite di sicurezza del Sé.
In epoca Covid19 è necessaria la soluzione che prevede il lavoro in tavoli singoli disposti in un cerchio, sempre a patto che ci sia lo spazio sufficiente per mantenere le corrette distanze di sicurezza.
Una zona dell’atelier deve essere dotata di uno o più armadi, con chiusura a chiave o a lucchetto, possibilmente con le ante in vetro (protetto da pellicola antieffrazione), che permetta così di far vedere il materiale ordinato al suo interno ma senza che possa essere preso senza permesso o danneggiato.
È inoltre necessario ritagliarsi uno spazio in cui poter archiviare le creazioni del DEEP ACTS 4 laboratorio che nel tempo verranno contenute in cartelline individuali per ogni paziente (ad esempio mobili in legno a scaffali aperti nel formato 90X120 per ripiano).
All’interno dell’atelier è richiesto predisporre una zona di comfort, caratterizzata dalla presenza di uno o più divani e/o poltrone con cuscini e coperte.
Questo permette alle pazienti che dovessero andare in difficoltà durante il lavoro di rimanere all’interno della seduta con una modalità maggiormente accudente e protettiva. Ovviamente, per il Covid19 si richiede che tutti questi ambienti siano igienizzati e sanificati dopo la conclusione di ogni laboratorio.
Rispetto all’arredo delle pareti, è importante la presenza di un orologio e di un calendario che consentano al paziente di restare orientati all’interno della dimensione spazio-temporale del laboratorio e agevolano nel seguire le indicazioni temporali dettate dall’arteterapeuta.
Rispetto alla decorazione è preferibile non riempire eccessivamente i muri con quadri, disegni e fotografie in modo da non influenzare le creazioni del paziente.
È fondamentale possedere un piccolo carrello in cui riporre l’occorrente per servire una piccola colazione o merenda necessaria per una pausa al fine di recuperare le energie spese e per garantire una buona alimentazione.
È consigliabile infine poter avere un ripostiglio, rigorosamente chiuso a chiave, dove poter riporre in sicurezza tutti i detergenti, gli igienizzanti ed i prodotti per lavare per evitare un utilizzo di questi prodotti non idoneo da parte delle pazienti.
Altri requisiti dell’Atelier. Accessori non indispensabili, ma consigliati.
Una zona adibita per la fotografia.
Dotata di materiali fotografici di base, macchina fotografica e cavalletto; se c’è la possibilità, una luce e un fondale. Occorre, inoltre, un appendiabiti a ruote con diversi abiti per eventuali trasformazioni o travestimenti, in modo che la paziente, possa giocare con il suo aspetto offrendole la possibilità di vedersi e rivedersi in modo nuovo.
L’arredo di questa zona può essere allestito con fotografie scelte con l’intento di CURRICULUM PER LABORATORI PILOTA DI ARTETERAPIA 5 anticipare i fondamenti di un futuro lavoro di fototerapia stimolando il pensiero proiettivo.
È evidente che durante l’emergenza Covid19 è consigliabile l’utilizzo dei guanti per l’utilizzo dei materiali e comunque un’attenzione generale al rispetto delle norme igienico-sanitarie.
Una zona adibita per il forno.
Per cuocere la creta e dei ripiani per riporre le sculture. Tale zona, possibilmente, dovrebbe essere separata dalle altri spazi, in quanto le polveri volatili della creta si depositano sulle superfici.
Una zona adibita per la lettura.
Dotata di un armadio o più armadi, con chiusura a chiave o a lucchetto, possibilmente con le ante in vetro (protetto da pellicola antieffrazione), che permetta così di far vedere i libri al suo interno ma senza che possano essere presi senza permesso o danneggiati. Un libro durante la conduzione di gruppi o sedute, infatti, può avere sia una funzione terapeutica sia di rilassamento.
Oltre ai requisiti fisici e strutturali dell’Atelier di cui si è parlato precedentemente, fondamentale è soprattutto la strutturazione del progetto di lavoro: uno schema con una scaletta a sequenza logica di tutti gli interventi settimanali per l’intera durata del laboratorio.
Questo permette di definire dei micro e macro-obiettivi sul quale lavorare durante il laboratorio stesso, aumentando il valore terapeutico dei singoli incontri. Questa organizzazione, però, non preclude mai l’espressione libera senza tematica, dando spazio all’ascolto e alla riflessione su argomenti di varia natura.
Nel corso degli incontri è consigliabile creare una playlist con suoni naturali e con musiche rilassanti, al fine di creare un sottofondo sonoro piacevole da ascoltare e che possa favorire l'allentamento e l’abbassamento delle tensioni individuali e/o gruppali.
2 - L’ORGANIZZAZIONE DEI GRUPPI-PILOTA
Organizzare il lavoro in modo armonico e funzionale è la chiave per poter creare una buona base sulla quale lavorare, anche in previsione di situazioni molto difficili che possono venire a crearsi durante la conduzione dei gruppi e che possono rappresentare per gli arte-terapeuti dei momenti di stress.
Nei gruppi e nelle sedute di Arteterapia e di Foto-Arteterapia esistono tre diversi tempi organizzativi:
- L’organizzazione del prima;
- L’organizzazione del durante;
- L’ organizzazione del dopo.
Vediamoli qui di seguito spiegati.
1. L’organizzazione del prima.
È indispensabile che l’arteterapeuta si informi circa le condizioni cliniche delle pazienti settimanalmente, tramite la comunicazione con l’equipe curante (ad esempio, eventuali cambi di terapia possono influire sullo stato dell’umore nel quotidiano e anche durante il gruppo condotto).
Nell’Atelier l’arteterapeuta ha il compito di:
- controllare che il proprio telefono funzioni; si devono prevedere chiamate a colleghi, in caso di necessità, quando non c’è un tirocinante ad assistere;
- dotarsi di un kit di primo soccorso indispensabile, anche solo per piccoli infortuni;
- preparare su un tavolo, a causa del Covid-19 attuale, l’igienizzante per le mani, il termometro, una scatola di guanti e una scatola di mascherine di scorta;
- disporre i materiali di lavoro; questo può avvenire in due diversi modi a seconda che vi sia un unico tavolo di lavoro oppure più tavoli per ogni partecipante. È fondamentale presentare i materiali con molta attenzione e cura per quanto riguarda la loro estetica, al fine di favorire la curiosità e l’esplorazione di questi da parte delle pazienti;
- apparecchiare il carrello o il tavolo della merenda sulle stesse basi concettuali del tavolo con i materiali creativi. Questo aspetto non è trascurabile, soprattutto con le pazienti che presentano disturbi alimentari;
- preparare il computer o un altro dispositivo con una playlist di suoni naturali e di musiche adeguate, che possano favorire la conduzione di alcuni gruppi o sedute oppure fungere da sottofondo musicale rilassante durante il momento della colazione o della merenda;
- controllare e vigilare nel rispetto delle norme igienico-sanitarie per il Covid19: vicino ai cuscini del sofà devono esserci i poggiatesta monouso e una scatola contenente fazzoletti.
Per tutti i gruppi o sedute, ad inizio del lavoro, ad ogni paziente verrà consegnata la propria scatola di plastica, con coperchio riciclabile e con etichetta personalizzata contenente il proprio paio di guanti.
Questa attenzione serve a mantenere le superfici igienizzate, ma anche a rassicurare le pazienti circa la paura di un possibile contagio.
Inoltre, nei gruppi di foto-arteterapia è necessario aggiungere una specifica scatola di plastica con coperchio riciclabile personale contenente, per ogni partecipante, un paio di guanti, 5 riviste, un rotolo di scotch, una colla e una forbice.
Infine, è necessario dotarsi, per la sicurezza fisica delle pazienti, di una scatola di plastica riciclabile senza coperchio ove riporre le forbici in caso di interruzione del lavoro; a loro infatti è vietato maneggiare taglienti senza la presenza di un operatore, in quanto potrebbero utilizzarli in modo improprio.
2. L’organizzazione del durante.
L’arteterapeuta all’inizio del ciclo di laboratori ha il compito di comunicare alle pazienti il calendario degli incontri motivando eventuali assenze in caso di festività o di ferie. Questo serve per tollerare eventuali frustrazioni e per fornire dei riferimenti temporali rispetto al lavoro da svolgere insieme a loro.
In ogni laboratorio l’arteterapeuta proporrà al gruppo una particolare tematica come spunto per i propri lavori creativi lasciando comunque sempre la possibilità di lavorare in modo libero.
Durante il lavoro creativo del paziente è indispensabile che l’arteterapeuta osservi in modo attento le dinamiche che si creano all’interno del gruppo, pensando in anticipo agli eventuali interventi terapeutici da effettuare al termine del lavoro per non distrarre le pazienti durante la creazione.
All’interno del laboratorio viene servita dall’arteterapeuta una merenda, un piccolo spuntino composto da cibo e bevande che possono essere portati al tavolo, sempre nel rispetto delle misure igieniche.
Al termine del lavoro, dopo una breve pausa, si predispone un momento in cui le pazienti condividono i loro lavori a livello verbale e si elaborano i contenuti espressi artisticamente e i vissuti emotivi ad essi connessi.
Rispetto alla situazione attuale è utile dare informazioni sulle procedure anti Covid-19 per svolgere in tranquillità il gruppo o la seduta: istruzioni su come igienizzare le mani, istruzioni su come gestire il proprio materiale e sull’utilizzo dei guanti. L’uso dei guanti è necessario durante la scelta dei materiali da usare, mentre il lavoro creativo, nella propria postazione, può essere svolto a mani libere.
Al termine del gruppo i materiali utilizzati vengono depositati in una unica scatola e l’arteterapeuta distribuirà dello scotch di carta che servirà ad appendere alla parete le creazioni per il momento di condivisione in gruppo.
3. L’ organizzazione del dopo.
Al termine di ogni laboratorio è importante archiviare sia materialmente che in forma digitale tutti i lavoratori realizzati dalle pazienti in modo da poterle riutilizzare in futuro.
Inoltre, è importante che l’arteterapeuta rianalizzi mentalmente l’andamento del laboratorio eseguendo la compilazione di un diario clinico e riportando sinteticamente a voce le proprie impressioni agli operatori.
Rispetto alle precauzioni da adottare per il Covid-19 sarà responsabilità di ogni paziente, coadiuvato dall’arteterapeuta o dall’eventuale tirocinante, di igienizzare la propria scatola.
A gruppo concluso l’arteterapeuta con i guanti dovrà togliere dalla parete tutte le creazioni delle pazienti che dopo averle sistemate su un tavolo disinfettato dovranno rimanere all’aria prima di essere ritirate nelle apposite cartelline.
Infine, è responsabilità dell’arteterapeuta disinfettare gli arredi e i materiali utilizzati durante il gruppo prima che vengano riposti nei loro contenitori.
3 - I CONTENUTI
L’obiettivo degli interventi prima descritti è di fornire sicurezza in uno spazio espressivo, creativo, strutturato e contenitivo che risponda ai bisogni delle donne vittime di violenza e di abusi.
Il trauma e l’abuso lasciano ferite molto difficili da rimarginare, l’arteterapeuta, come qualsiasi altro terapeuta, ha il compito, all’interno dei laboratori, di fornire contenimento emotivo, creando un setting sicuro nel quale le pazienti possano sentirsi accolte ed essere legittimate a condividere i propri traumi interni.
I principi di questo setting si basano sulla funzione riparatoria di un nuovo accudimento, in grado di favorire nel tempo l’affiorare del trauma pregresso, prima in una modalità non verbale attraverso la creazione artistica e solo in un secondo momento, in seguito alla condivisione in gruppo e all’elaborazione all’interno del setting, in modalità verbale.
Attraverso questo meccanismo, i gruppi di arte terapia diventano degli strumenti facilitatori, dei ponti di passaggio che consentono la cura di profonde ferite, che difficilmente sarebbero raggiunte in altri modi.
Lo spazio di arte terapia, ovvero l’Atelier, diventa in questo modo uno spazio di espressione di sé, un luogo sicuro in cui poter esprimere e depositare le proprie emozioni, attraverso la legittimazione data dallo “sguardo di ascolto” dell’Arteterapeuta.
Nel tempo si andrà così a creare un clima di fiducia e di sostegno, sia tecnico che emotivo, finalizzato a incoraggiare l’espressione creativa e a sviluppare e aumentare l’autostima delle pazienti. Il lavoro è incentrato sull’aspetto della “cura”, inteso come accudimento della persona.
La possibilità di ascoltare in modo nuovo se stessi e i propri bisogni permette l’inizio di una ricostruzione del proprio sé.
In questo percorso viene posta particolare attenzione anche verso la dimensione corporea, con la sollecitazione degli organi sensoriali, per consentire di ritrovare e riscoprire la dimensione del piacere, indispensabile per amare se stessi e gli altri, verso la ricostruzione di una nuova quotidianità maggiormente sana.
L’atelier, il tavolo di lavoro, i materiali creativi, il vassoio con il cibo, diventano dei punti fermi intorno ai quali l’arteterapeuta e tutti i partecipanti ruotano andando a creare un’atmosfera che favorisce la tranquillità e la quiete rassicurante.
La cura caratteristica del contesto predispone all’incontro emotivo tra il terapeuta e il paziente e permette un avvicinamento affettivo, indispensabile per permettere il riconoscimento del dolore e per consentirne la sua espressione all’interno dell’oggetto artistico.
È auspicabile quindi un setting che permetta al paziente di sentire un contenimento affettivo, che ne faciliti l’espressione artistica e la conseguente elaborazione in terapia.
Nell’approccio di foto-arteterapia usare le fotografie come catalizzatori produttivi diventa un ponte di collegamento utile: prendere contatto con i contenuti più profondi dell’inconscio grazie all’utilizzo delle fotografie rende questo procedimento gestibile, assicurando un distanziamento sicuro e lavorando metaforicamente attraverso i simboli.
Il percorso arteterapeutico, nel tempo, dà la possibilità di liberarsi di profonde ferite che non potevano essere verbalizzate.
Di seguito verrà presentato lo schema dei laboratori pilota pensato nello specifico per il progetto Deep Acts contro la violenza di genere, all’interno della comunità “Fragole Celesti” facente parte del circuito di cura di Fermata D’Autobus sita ad Oglianico (TO). Si tratta di un ciclo di 21 incontri che hanno come partecipanti cinque donne vittime di abusi e di violenza con problemi sia psichiatrici sia di dipendenza da sostanze.
Tali incontri inizieranno in data 1° dicembre 2020 e si concluderanno in data 04 maggio 2021 e saranno condotti dalla dott.ssa Raffaela Carola Lorio in modalità on-line, con l’affiancamento della dott.ssa Stefania Abbenante che avrà il ruolo di osservatrice dei gruppi in presenza.
I gruppi si terranno tutti i martedì, con cadenza settimanale, con una durata di 3 ore (dalle ore 10:00 alle ore 13:00) per i 10 incontri di foto-arteterapia e di 2 ore e 30 minuti (dalle ore 10:00 alle ore 12:30) per gli 11 incontri “Open Studio” per l’arteterapia.
L’atelier, nel quale si svolgeranno i gruppi, è un open-space situato nella struttura “Fragole Celesti”, in modo da poter assicurare il mantenimento della distanza di sicurezza necessaria tra le partecipanti e tutte le corrette norme igienicosanitarie per il Covid-19.
A partire dalla metà del mese di Marzo 2021 tali gruppi verranno invece svolti e conclusi all’interno di un nuovo atelier e nel suo giardino, situato di fronte alla comunità “Fragole Celesti”.
Prima dell’avvio del progetto e in particolare prima dell’avvio dei gruppi di fotoarteterapia, verrà inviata a tutte le partecipanti una lettera di presentazione nella quale si chiederà di cercare delle foto che hanno un valore affettivo ed emotivo; tali foto possono essere degli autoritratti (selfie), ritratti, foto di famiglia, foto di animali o qualsiasi foto che a loro piaccia e che hanno scattato e conservato nell’arco della loro vita.
Nel caso estremo in cui le partecipanti non possiedano con loro delle foto o siano impossibilitate a recuperarle, viene comunque richiesto di utilizzare le fotografie che possiedono sui propri cellulari o sui sociali (ad es. Facebook).
Le fotografie che sceglieranno dovranno essere tutte stampate, possibilmente a colori, al fine di poter essere lavorare durante i gruppi, con eventuali modifiche o manipolazioni.
Nel corso dei 21 incontri, la Dott.ssa Abbenante avrà il compito di stilare e compilare uno schema osservativo per ogni partecipante che andrà ad indagare le seguenti aree: consapevolezza del sé, relazione con l’altro, partecipazione, rispetto delle regole, creatività e uso del corpo. Ciò servirà nella fase conclusiva della ricerca per redarre eventuali statistiche di osservazione.
Inoltre, sia al termine dei 10 gruppi di foto-arteterapia sia dopo gli 11 gruppi open space di arte terapia verrà consegnato un questionario di gradimento alle partecipanti (per un totale di due questionari di gradimento), al fine di attribuire un indice di qualità nella fase conclusiva della ricerca.
Al termine di ogni gruppo si provvederà a riprodurre e a conservare i lavori realizzati dalle partecipanti; questo servirà anch’esso per una presentazione del lavoro svolto nei gruppi pilota.
Tutto il materiale fotografato e conservato verrà rilasciato dalle pazienti grazie al consenso di una liberatoria sulla privacy che ognuna firmerà.
Si riporta qui di seguito il calendario dettagliato dei gruppi-pilota.
Gruppi di Foto-Arteterapia
I gruppi sono 10:
- 6 sviluppati con la tecnica del Collage;
- 4 sviluppati con la tecnica delle Foto Proiettive.
In ogni gruppo viene consigliata una tematica, ciò non esclude però la possibilità per le partecipanti di seguire la propria libera espressione senza nessun obbligo o imposizione forzata.
Ad ogni partecipante, nei gruppi sviluppati con la tecnica del collage a causa del Covid-19, verrà consegnata una scatola con un coperchio di plastica riciclata con adesivo con scritto il proprio nome contenente 5 riviste, 1 forbice, una colla piccola e un paio di guanti.
Le tematiche sono le seguenti:
01.12.2020 | L’ autoritratto | Sviluppato con la tecnica del Collage |
---|
08.12.2020 | Il mio luogo sicuro | Sviluppato con la tecnica del Collage |
15.12.2020 | Il Natale | Sviluppato con la tecnica delle Foto Proiettive |
22.12.2020 | La mia Famiglia | Sviluppato con la tecnica del Collage |
12.01.2021 | Vorrei esprimere i miei desideri | Sviluppato con la tecnica del Collage |
19.01.2021 | Il mio collage | Sviluppato con la tecnica del Collage |
26.01.2021 | Le relazioni | Sviluppato con la tecnica delle Foto Proiettive |
02.02.2021 | Amare e amore | Sviluppato con la tecnica del Collage |
09.02.2021 | Riflessioni sul corpo | Sviluppato con la tecnica delle Foto Proiettive |
16.02.2021 | La cura di sé | Sviluppato con la tecnica delle Foto Proiettive |
Gruppi Open Studio
Le tematiche sono:
23.02.2021 | I colori | |
---|
02.03.2021 | Felicità | |
09.03.2021 | Lentezza | |
16.03.2021 | La donna | |
23.03.2021 | Il papà | |
30.03.2021 | I sensi “Il tatto” | |
06.04.2021 | I sensi “Il gusto” | |
13.04.2021 | I sensi “L’olfatto” | |
20.04.2021 | I sensi “La vista” | |
27.04.2021 | I sensi “L’udito” | |
04.05.2021 | La terra e l’ecosistema | |
4 - LA METODOLOGIA
La metodologia utilizzata all’interno della nostra Associazione, Fermata D’Autobus, ideata dalla nostra arte terapeuta Raffaela Carola Lorio, applica i principi dell’Arteterapia seguendo alcune basi teoriche di diversi importanti pionieri.
Negli anni si è sviluppato un modello di setting arteterapeutico basato su alcuni principi degli “Open Studio” descritti in precedenza, sviluppando nel tempo metodologie apprese dalla formazione con l’American Arttherapy Association di cui sono la Dott.ssa Lorio è membra.
Durante i gruppi o nelle sedute individuali ci si avvale di strategie che fanno riferimento a tecniche di mindfulness, utili a concentrare il corpo e il respiro con sfondo di suoni per allenare il corpo al concetto del qui e ora, per poi passare a cenni di ecoterapia con risveglio corporeo sensoriale per non dimenticarci del nostro corpo anche in relazione alla natura che ci circonda.
Pensando alla parola metodo, si fa riferimento ad una unica parola descritta in precedenza: “cura” che è la chiave di tutto quello che si sviluppa intorno ad essa. Prendersi cura delle pazienti le aiuta a svolgere, all’interno del gruppo e della seduta, un lavoro di tipo creativo di espressione di elementi traumatici profondi, che viene preso in cura sia all’interno della condivisione di gruppo nel laboratorio e successivamente grazie al contenimento dell’equipe curante, dagli operatori comunitari e all’interno della psicoterapia individuale.
Il metodo con il quale si strutturano i laboratori di foto-arteterapia è basato principalmente sulle cinque tecniche descritte dalla Dott.ssa Judy Weiser, in particolare a quella che fa riferimento alle foto proiettive, a cui viene aggiunta la tecnica del collage.
La tecnica della foto proiettiva è utilizzata perché piace molto alle pazienti ed è in grado di stimolare la fantasia, la ricerca, la concentrazione attivando interessanti dinamiche gruppali.
Durante questa tecnica aggiungere un invito alla scrittura permette di entrare maggiormente in contatto con la parte più contemplativa del Sé.
Il lavoro con i collage è invece tecnica molto utile, pratica e versatile. Il collage è creato sia a partire da immagini trovate su riviste che da immagini personali, che vengono incollate su carta di diversi formati e colori, con eventuale integrazione di materiali prodotti nei laboratori di arteterapia.
I collage sono incentrati su tematiche libere o proposte dal foto-arteterapeuta. Questa tecnica permette di esprimere parti profonde di sé, inaccessibili a livello esclusivamente verbale, con forme molto fantasiose e interessanti.
5 - I MATERIALI
I materiali necessari per l’Open Studio e per le sedute di arteterapia sono (alcune quantità sono indicate in eccesso come se tutti dovessero utilizzare la stessa tecnica e come se dovessero partecipare 15 pazienti):
- 15 stracci di stoffa per asciugare i pennelli
- 4 spugne per lavare
- 2 stracci
- 3 Stracci per lavare per terra
- 1 bastone per stracci per lavare per terra
- 1 rullo di carta per asciugare superfici e asciugarsi le mani
- 1 risma di fogli A4 colorati
- 60 fogli per ogni colore nel formato 70X100 (utilizzati nello specifico per i collage di foto-arteterapia, calcolati per un mese se tutti volessero)
- 60 fogli bianchi nel formato 70X100 (utilizzati nello specifico per i collage di foto-arteterapia, calcolati per un mese se tutti volessero)
- 15 Forbici
- 1 Colla grande, vinavil, da 1Kg
- 15 piccole colle da inserire in ogni scatola personale
- 15 Colle piccole 100gr
- 15 matite
- 15 gomma
- 8 temperamatite
- 4 scatole matite colorate
- 4 scatole pastelli oli colore
- 4 scatole pennarelli semplici
- 4 scatole pennarelli grandi
- 6 Tempere, colori primari 2 per ogni partecipante
- 60 Pennelli, tra piccoli medi e grandi, 15 x ogni tipo
- 80 riviste di generi vari, in maniera che ce ne siano 5 per ogni paziente con scorta
- 1 scatola con stoffe varie
- 1 scatola con fili, nastri vari
- 1 scatola con stampi di animali, cuori, simboli con inchiostri
- 1 Computer
- 1 Stampante
- Carta fotografica 3 scatole per ogni formato 10x15, 18x24, 24x30
- 3 Tablet (in più)
- 1 fotocopiatrice (in più)
- 4 macchine fotografiche digitali semplici
- 1 cavalletto
- 1 fondale (in più)
- Liberatorie sulla privacy per scatti fotografici di lavoro, di riproduzione per archiviazione e per i social
- Liberatorie sulla privacy per archiviazione e per post su social.
Per fronteggiare il Covid-19 sarà importante avere:
- un disinfettante per le superfici
- un igienizzante per le mani
- un termometro
- una scatola di guanti
- una scatola di mascherine
- 15 scatole con coperchio di plastica riciclabile per contenere i guanti e i materiali di ogni singolo paziente
- 15 scatole con coperchio di plastica riciclabile per ogni paziente che dovranno contenere 5 riviste, 1 colla piccola, una forbice (per il Gruppo di Foto-Arteterapia)
- una scatola
- 15 cestini di plastica riciclabile per contenere un bicchiere e una ciotola per il dolce o il salato.
DOWNLOAD
D3.4 IT - Curriculum per laboratori pilota di Arteterapia