2.1 Proposta operativa 1: Il teatro Forum
Un evento di Teatro Forum, al quale si intende pervenire nella fase intermedia del corso di teatro nell’ambito del Progetto ESCAPE, è diviso in due parti.
Nella prima il gruppo di attori presenta lo spettacolo (tendenzialmente di breve durata: 20-40 minuti) e, attraverso quello, una tematica che pone una problematica esistenziale, sociale, di attualità, etc. Nella seconda, un mediatore, detto jolly, spiega che lo spettacolo si ripeterà e che chiunque del pubblico è chiamato ad intervenire nei punti che ritiene focali per lo scioglimento di un conflitto o per la soluzione di un problema che affligge un personaggio, etc.
Nella seconda parte quindi lo spettacolo si ripete e non si sa come va a finire. Per questo motivo ogni attore, non necessariamente professionista, utilizzando il mezzo proprio del teatro, la finzione, dovrà essere molto preparato e rimanere all’interno del suo personaggio e come tale reagire agli input del pubblico. All’interno di un contesto non prettamente teatrale (come è tipico del resto nella maggior parte di esperienze di Teatro Forum) la preparazione necessaria è quindi triplice: 1) lavoro sull’attore; 2) il lavoro sulla drammaturgia della rappresentazione; 3) lavoro sull’incontro con il pubblico.
Lavoro sull’attore.
Per questa parte si rimanda alla prima sezione dell’eserciziario, in particolare si potrà notare l’insistere delle attività sulla creazione di un clima sereno e di fiducia e sullo sviluppo delle capacità espressive attraverso la presa di coscienza del proprio corpo e della voce.
Elaborazione della drammaturgia.
Questo aspetto si suddivide in più tappe:
1.
Individuazione di un argomento
Vi sono vari percorsi per arrivare ad individuare l’argomento da sviluppare più
adatto per il gruppo con cui si sta lavorando. Esso, infatti, deve motivare e
interessare profondamente tutti i partecipanti:
· Il conduttore del laboratorio in base al contesto e al gruppo propone un argomento che verrà poi sviluppato teatralmente attraverso il Teatro Immagine;
· Il conduttore del laboratorio propone temi generali significativi per il contesto in cui ci si trova da sviluppare con il Teatro Immagine e poi attraverso gli argomenti emersi si valuta e si sceglie quello più sentito dal gruppo.
2. Elaborazione dell’argomento attraverso la tecnica del Teatro Immagine (attraverso cui da un concetto, idea, argomento, si arriva all’immagine scenica)
·
Sviluppo del tema e dei vari personaggi attraverso scene che prevedano
situazioni agite (non si deve trattare di una conferenza).
Ogni personaggio deve trovare la situazione giusta per esprimere il suo modo di
pensare e la sua personalità affinché sia chiaro per il pubblico.
Il protagonista deve esprimere soluzioni che mettano in evidenza un conflitto,
un’ingiustizia, un problema che sarà oggetto della “discussione” nel Forum.
Lo stile teatrale è indifferente, purché non si ricorra al surreale o
all’irrazionale poiché si dovranno avere situazioni concrete su cui riflettere
agendo.
3. Drammaturgia e messa in scena
·
Ogni personaggio mette in evidenza le sue caratteristiche sociali,
psicologiche, culturali etc. attraverso azioni e interazioni teatrali.
Ogni scena è ben suddivisa e caratterizzata.
È opportuno che ogni personaggio abbia un costume o un oggetto facilmente
scambiabile con lo spettatore che lo sostituirà in scena.
Lo spettacolo-gioco
1. Presentazione dello spettacolo come è stato elaborato dagli attori.
· Possiamo definirla: la situazione data.
2. Intervento del Jolly che ineragisce con il pubblico a partire dai temi dello spettacolo
· Il jolly chiede se il pubblico è pienamente d’accordo con la situazione data sicuramente qualcuno dirà di no (infatti la drammaturgia, come detto, espone un argomento problematico che non è risolto); spiegherà che farà riprendere la scena dall’inizio e che lo spettatore potrà dire stop nel momento critico che lui ha individuato e che potrà prendere quindi il posto del personaggio che trova essere significativo per la realizzazione della sua idea. Il jolly informerà tutti che quindi lo spettatore si troverà ad affrontare gli attori che cercheranno di mantenere la situazione data mentre lui cercherà di opporsi col suo tentativo di cambiamento.
3. Lo spettatore prende il posto del personaggio,
· Esso viene incoraggiato dagli attori e dal Jolly e la sua idea viene spiegata dal jolly al pubblico. L’attore che interpretava quel personaggio rimane vicino perché potrebbe essere importante come supporto.
4. Ripresa della scena
· La scena riprende con lo spettatore che agisce come personaggio in un rapporto dialettico che probabilmente si rivelerà molto difficile e duro.
5. Altri spettatori possono intervenire
·
Quando lo spettatore abbandona la scena (essendo o no riuscito ad affermare
la sua idea) altri spettatori potranno sostituire lo stesso o altri personaggi.
Se lo spettatore è riuscito a scardinare la situazione data e gli attori non
sono più in grado di opporsi allora altri spettatori possono intervenire a
sostituire quegli attori per suggerire al contrario nuove forme di oppressione
o di resistenza al cambiamento a cui gli attori non avevano pensato. In questa
fase tutti gli attori dal di fuori della scena possono contribuire e suggerire
agli spettatori che hanno preso il loro posto delle nuove modalità di
azione.
6. Conclusioni
· Con questo tipo di dinamica apparirà chiaro come sia difficile cambiare le cose nella realtà che ci circonda ma ogni spettatore/attore o “spettattore” avrà la possibilità di contribuire a creare nuovi punti di vista su quella questione che forse ad un certo punto potrebbero anche far vacillare l’originaria situazione data e la conoscenza emersa da tutte le interazioni sarà sicuramente la migliore conoscenza che quel gruppo poteva esprimere o raggiungere, grazie all’aiuto del jolly. Quest’ultimo non è un depositario della verità ma un mediatore.